Laguna Veneziana – Isola di Murano, luogo dove la Serenissima Repubblica di Venezia decise di concentrare le vetrerie che risultavano essere pericolose in città per il rischio di incendi che la lavorazione del vetro poteva causare.
Ancora oggi, anche se in modo ridotto rispetto ai tempi d’oro, un punto di riferimento nella produzione mondiale del vetro artistico.

Tra le aziende ancora attive sicuramente la vetreria NasonMoretti è oggi una delle più prestigiose. Nata nel 1923, in un grande periodo di fermento per le arti figurative fin da subito si distingue ponendosi all’avanguardia rispetto allo standard produttivo della altre vetrerie, con innovazioni sia tecniche sia sul piano del design, con forme e colori dalle sfumature innovative e che diventeranno un riferimento per la produzione di calici e bicchieri
Nel 1955 vince la seconda edizione del premio “Compasso d’oro“. I suoi cristalli parteciperanno a diverse esposizioni come la X edizione della triennale di Milano, il salone del mobile di Milano, la fiera parigina Maison&Objet, la Frankfurt messe, il MOMA di New York, il Museum of glass di Corning, il Kunstmuseum di Dusseldorf.
Molteplici sono le collaborazioni che nel tempo hanno dato alla NasonMoretti fama e prestigio internazionali: VALENTINO, ARMANI, BOTTEGA VENETA, HERMÈS, TIFFAY&CO, HARRY’S BAR, GUALTIERO MARCHESI, DIVERSE CASE REALI, E IL QUIRINALE.
Entrare in una vetreria di Murano da una sensazione diversa dall’entrare in una qualsiasi azienda. Sensazione che comincia già quando arrivi all’approdo dell vaporetto, scendere sapendo che si va a fotografare non una semplice produzione, ma quella di oggetti artigianali di grande valore. Sono il frutto di conoscenze tramandate dai mastri vetrai e che oggi si aggiorna nel design, ma che alla fine sono generati dai gesti degli uomini, dove la produzione dell’oggetto non subisce una spersonalizzazione da essi. I polmoni delle persone soffiano l’aria e l’anima dentro l’oggetto e l’eleganza dei gesti che finiscono di modellare il vetro fino alla perfezione del manufatto finito.
In una vetreria le persone contano, hanno valore e ne sono consapevoli. Bisogna sentirlo un lavoro così, l’isola è bella affascina ma non e facile vivere e lavorare a Murano. Se poi si viene dalla terra ferma ci si sveglia molto presto e si ritorna piuttosto tardi e potrebbe essere facile farsi sedurre da impieghi più “comodi”. Le vetrerie non sono in genere ambienti moderni non c’e lo spazio per ampliarsi in un isola; non è semplice neanche la ristrutturazione, i macchinari sono piuttosto essenziali vista la manualità della lavorazione. Non ci sono confort fa molto caldo anche in inverno e il lavoro può essere duro! Non si può negare tuttavia che quei luoghi hanno fascino. Il loro essere vecchi è un marchio che trasmette la tradizione di secoli, i luoghi sono dei testimoni, e gli oggetti delle reliquie ancora vive e in uso. Ogni locale sussurra storie che si incrociano e raccolgono valore quando a confermale sono i racconti reali che sento dagli operai della vetreria. E sempre un esperienza importante avere possibilità di fotografare tali realtà, dove le persone lavorano seriamente e intensamente ma dove non ho colto frenesia, ma la volontà di fare qualcosa di speciale.

















